Dopo “l’attrazione fatale” per i Samurai e il Giappone l’artista riapproda felicemente nella sua Puglia campestre e marinara con una rassegna dal titolo emblematico allestita nella suggestiva cornice della Chiesa della Vallisa.
Reperti di una civiltà ormai al tramonto, strumenti della ricerca l’acqua , la pietra, il ferro, il legno, ma anche arnesi rudimentali trovati nei mercatini: pestelli, pesci, coppe da olive che la Di Terlizzi riesce ad assemblare facendoli rivivere a nuova vita.
Marisa Di Bello , sul mensile Arte, cosi si esprime:
Le pietre e il silenzio della Vallisa divenute felicemente contenitore culturale, garantiscono la “qualità” del prodotto , gli trasferiscono la sacralità del tempio soprattutto quando le opere prendono ispirazione da quella storia. La mostra è ispirata a quelle culture che sul Mediterraneo si sono affacciate nei millenni e agli arnesi quotidiani della vita contadina e marinara.
Tra le opere esposte: Lama nella Pietra, Aquiloni, Vessilli.
Chiesa della Vallisa
Bari
Giugno 1995